Archim Campania sulla nuova direzione dell’Archivio di Stato di Caserta

Comunicato del referente territoriale RdC sulla nomina di Gino Famiglietti come direttore dell’Archivio di Stato di Caserta:

A mia memoria è la prima volta che sento parlare della nomina di un direttore di Archivio di Stato per avocazione. Francamente avrei preferito che il Mibact intervenisse in altro modo per mettere fine alla scandalosa vicenda che colpisce l’Archivio di Stato di Caserta. Si poteva creare un pool di lavoro intersettoriale o un commissario ad acta per la soluzione delle problematiche ancora irrisolte che affiancasse il Direttore dell’Archivio.

Nei fatti questa decisione colpisce Luigia Grillo che è stato, in questi anni tristissimi per l’AS.CE, un direttore che non ha mai smesso di lottare per l’ente che ha rappresentato. Auspicando che sia reale la volontà di risolvere il problema che ha originato questa sostituzione inattesa, riteniamo che che la DGA possa premiare L. Grillo – per il lavoro svolto in condizioni davvero infelicissime – con un incarico simile a quello sottrattole. Diversamente questa decisione potrebbe apparire come un’immeritata destituzione!

Esito dell’incontro tra Comune di Napoli e Coalizione 27F

Si condivide il risultato dell’ultimo incontro tenutosi a Napoli lo scorso 17 maggio tra il Comune di Napoli e la Coalizione 27F, nella quale ArchIM era rappresentata dall’associato Raffaele Di Costanzo, consigliere del CDN.

Nell’articolo si ripercorrono attività e proposte circa il riconoscimento della figura professionale dell’archivista all’interno dell’organigramma del Comune di Napoli.

Qui di seguito il link all’articolo

Archim 2018 – 2021: un nuovo triennio

Inoltriamo la lettera aperta alle associate e agli associati Archim indirizzata dalla nuova Presidente Sara Vian, con i saluti del Consiglio Direttivo Nazionale rinnovato in assemblea nel marzo 2018.

Care e cari associati,
è già oneroso, in ogni organizzazione, raccogliere l’eredità di un fondatore.

Se poi il fondatore in questione è un professionista, amico e uomo luminoso come Angelo Restaino, l’impegno è – non lo nascondo – di quelli da far tremare le gambe; ad ogni passo di questo nuovo triennio so che potremo sempre contare sulla sua premura e la sollecitudine che ha sempre profuso in ogni attività, così come su ognuno degli altri eccezionali membri del primo, glorioso Consiglio; e sui tanti che sin dall’inizio hanno creduto in Archim, e che sono ancora con noi.

Stiamo uscendo dall’epoca del mito originario, ed è una necessità umana oltre che professionale poter percorrere il prossimo triennio su una linea di prosecuzione si, ma anche di cambiamento. Lo spirito rimane ovviamente quello di sempre; le attività, secondo le volontà del Consiglio direttivo, si stanno orientando per rendere più efficaci i principi cardine di Archim, la relazione, difesa e promozione dei professionisti di archivio e degli archivi. Continueremo a valorizzare le persone, ringraziando e collaborando con quanti nella categoria già ben si occupano di istituti di conservazione e di fondi documentali.

Tratteremo di qualità del lavoro archivistico da chiedere, oltre che offrire; tratteremo di promozione dell’archivistica a prescindere dall’ambito di applicazione, scavalcando il più possibile tabù e steccati nel maggiore interesse comune. Ci impegneremo ancora di più ad individuare le possibili relazioni tra committenze pubbliche e private, esistenti ed in divenire; lavoreremo sulla cooperazione, sulla formazione tra pari, sulle uniche e peculiari capacità professionali degli archivisti. Impareremo da chi sa, insegneremo a chi non sa, promuoveremo identità e orgoglio di categoria.

Saremo Archim, insomma.

Grazie, e buon lavoro a tutti.

Per e con il CDN, Sara Vian

DIG.Eat11 Digitalizzazione e privacy | Roma, 10 maggio 2018

Il 10 maggio 2018 si terrà a Roma, presso il Centro Congressi Piazza di Spagna – Via Alibert, 5A, il DIG.Eat 2018: Tutti compliant?… Tutti compliant fino a prova contraria!

 

Restano poche ore per iscriversi gratuitamente al DIG.Eat, l’evento nazionale su digitalizzazione e privacy organizzato da ANORC, ANORC Professioni e AIFAG, con la collaborazione di Euronotaries e del Digital & Law Department. Archim patrocinerà l’evento, sarà un’occasione per incontrarsi e confrontarsi: c’è tempo fino alle ore 12 del 9 maggio per registrarsi cliccando qui.

Il livello di compliance del nostro Paese verrà simbolicamente ‘processato’ in un Atrium, con sette processi dedicati a GDPR (General Data Protection Regulation), firme digitali, atto notarile telematico, fatturazione elettronica, riuso nella PA, certificazioni e digitalizzazione, con un’accusa, una difesa e una giuria popolare che si esprimeranno. Parallelamente ci saranno una serie di Consilia, incontri riservati su digitalizzazione e privacy nel corso dei quali verranno proposti percorsi di approfondimento organizzati dagli sponsor della manifestazione.

La partecipazione all’evento è valida ai fini dell’assolvimento dell’obbligo formativo previsto per la tenuta degli elenchi di ANORC Professioni, nella misura di n. 6 ore. L’evento è stato inoltre accreditato presso l’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Roma, e permette di maturare 6 CFP, mentre la Fondazione Italiana per il Notariato ha riconosciuto n. 10 CFP alla manifestazione. L’Ordine degli Avvocati di Roma ha riconosciuto 7 CFP.

 

La manifestazione potrà essere seguita anche in diretta streaming.

Guarda il programma

DIG.Eat 2018 – “Tutti compliant?… Tutti compliant fino a prova contraria!”

Giovedì 10 maggio 2018

Centro Congressi Piazza di Spagna – Via Alibert, 5 A, Roma

Ingresso gratuito

Per info: 0832/256065

ufficiostampa@digitalaw.it; comunicazione@anorc.it

Comunicato Archim sullo stato del concorso Mibact per funzionari archivisti

Relativamente alle più recenti evoluzioni della vicenda concorsuale che interessa parte dei propri associati, l’intero CDN Archim rinnova pubblicamente la vicinanza già loro espressa nei canali interni; nella piena coscienza di quanto non esista purtroppo azione associativa, raccolta firme, protesta pubblica o manifestazione di solidarietà che abbia reale capacità di incidere nello stato di fatto di un concorso, già in fase di avvio ampiamente criticabile in concezione, obiettivi e procedure (si veda quanto già affermato in proposito: osservazioni sul bando mibact per i 500 funzionari), e che nel suo svolgersi – anzi, nel suo non svolgersi – continua a seminare sconcerti ed amarezze.

Tante sono le voci a sovrastare l’inesistente comunicazione istituzionale che la mancanza di chiarezza su prospettive (quando, come si sbloccherà la procedura?), ostacoli oggettivi (se ce ne sono, quali?) e volontà (o non-volontà?) politiche e amministrative va assumendo proporzioni inaccettabili, negando la legittima dignità non solo dei concorsisti, ma dei cittadini e dell’amministrazione stessa. Seguiremo questa vicenda fino alla fine, accanto ai nostri associati.

Libere riproduzioni con mezzo proprio: lettera di Archim alla direzione dell’Archivio di Stato di Palermo

Archivisti in Movimento (Arch.I.M.) esprime notevole soddisfazione per il nuovo regime di libera riproduzione dei beni bibliografici e archivistici introdotto dalla L. 124/2017, e normato dalle circolari 33 e 39 della Direzione Generale Archivi, nella convinzione che la nuova misura sia un valido ausilio per l’attività di ricerca storica, svolta a qualunque titolo.

Non tutti gli archivi di Stato italiani risultano però ancora allineati alle nuove disposizioni di legge. A seguito delle criticità riscontrate presso l’archivio di Stato di Palermo, Archim ha quindi ritenuto opportuno inviare una lettera formale al suo direttore caldeggiando una revisione del regolamento interno.

Presso l’archivio di Stato di Palermo si continua infatti a richiedere una autorizzazione alla riproduzione con mezzi propri del materiale, richieste che per di più vengono sistematicamente rigettate dalla direzione con il pretesto della tutela del materiale stesso, pur riguardando materiale già consultabile in via ordinaria. Nella lettera alla direzione dell’archivio di Palermo abbiamo fatto osservare che la richiesta preventiva di autorizzazione è illegittima, in quanto soppressa dalla L. 124/2017 che ha riformulato l’art. 108 del codice dei beni culturali, mentre il diniego programmatico opposto a ogni richiesta costringe gli studiosi a ricorrere al servizio interno di riproduzioni, comportando un inutile dispendio di tempo e denaro che annulla di fatto qualunque beneficio per la ricerca introdotto dalla liberalizzazione.

Sempre l’archivio di Palermo sottopone a tariffa le digitalizzazioni già eseguite dall’istituto, nonostante la previsione di gratuità disposta dalla circolare n. 33 della Direzione Generale Archivi, la quale in ciò ha evidentemente recepito -al pari della circolare n. 17 della Direzione Generale Biblioteche- la raccomandazione n. 5 della mozione del Consiglio Superiore Mibact, secondo cui il rimborso sarebbe limitato “ai casi in cui l’utente decida egli stesso di ricorrere al servizio di riproduzione per una copia non altrimenti disponibile”. Le tariffe sulle riproduzioni già disponibili non possono certo essere considerate un rimborso per le spese già sostenute dall’amministrazione, perché altrimenti verrebbe meno il principio di gratuità. Per le immagini già acquisite è invece auspicabile la pubblicazione online nel sito web istituzionale dell’istituto e, nell’attesa che ciò avvenga, siano cedute gratuitamente ai richiedenti.

Archim ritiene infine non soddisfacente la risposta della Direzione dell’Archivio di Stato di Palermo (che pubblichiamo di seguito) rispetto a quanto è stato appena argomentato. Nel testo del documento si continua infatti a fare riferimento all’autorizzazione preventiva (“ad avvenuta autorizzazione di riproduzione con mezzo proprio”) e si interpreta come “rimborso spese” le tariffe sulla cessione delle digitalizzazioni già disponibili.

Scarica -> Lettera inviata da Archim alla Direzione dell’Archivio di Stato di Palermo

Scarica -> Risposta della Direzione dell’Archivio di Stato di Palermo

Nota n. 4298 del 30.11.2017

Lavoro autonomo: la Coalizione 27F apre un tavolo con il Sindaco De Magistris

Ieri, 16 novembre 2017, a Palazzo San Giacomo, alla presenza delle telecamere di Presa Diretta di Rai 3, il Comune di Napoli, nella persona del sindaco Luigi de Magistris, e la Coalizione 27 febbraio, di cui Archim fa parte insieme ad altre associazioni professionali e movimenti sindacali, hanno dato vita, con la firma di un documento condiviso, ad un laboratorio di studio sulle problematiche del lavoro autonomo, a cominciare dall’equo compenso.

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Il laboratorio sarà finalizzato all’elaborazione di soluzioni condivise, percorribili, concrete, e a e a ricercare intese e accordi con le autorità regionali e nazionali.

Il Comune di Napoli, che nel documento dà atto di condividere in pieno i principi contenuti nella Carta dei diritti del lavoro autonomo e indipendente prodotta dalla Coalizione 27F, ha aperto stasera – prima amministrazione in Italia a intendere la portata di un dialogo di tal fatta – una interlocuzione politica con la nostra aggregazione sindacale che proseguirà il prossimo 15 dicembre, quando si apriranno, sempre presso il Palazzo comunale, i lavori del laboratorio.

Si tratta di un modello di contrattazione per ora unico in Italia, che cercheremo di esportare in altri Comuni.

La firma della Dichiarazione d’intenti fra Comune e Coalizione interviene in un momento politico in cui si è finalmente compreso che il tema del lavoro autonomo, con le discussioni in atto sull’equo compenso, è centrale in un paese in cui sono proprio i lavoratori a partita IVA ad aver risentito direttamente della crisi economica: il crollo verticale dei redditi ha portato alla ribalta l’assenza di welfare e garanzie, l’insostenibilità della pressione fiscale e previdenziale su una fascia di popolazione, quella appunto del lavoro autonomo, che non può contare se non su stessa.

La Coalizione 27 Febbraio

Archim – Archivisti in Movimento

Pubblicato su The Archives Cloud l’Archivio del PCI-Federazione Livornese

La piattaforma The Archives Cloud, spazio di descrizione multimediale open source targata xDams, si arricchisce con il contributo dell’Istituto Storico della Resistenza della Società Contemporanea di Livorno – ISTORECO. Collegandosi al link http://istoreco.thearchivescloud.com/istoreco-web/ è finalmente possibile consultare l’inventario sommario dell’Archivio del Partito Comunista Italiano della Federazione Livornese, inserito circa cinque anni fa, tramite il software Gea, nel portale Archivi del Novecento, che, purtroppo, non è più disponibile online.

Grazie alla nostra convenzione l’Istituto toscano ha deciso di riprendere un lavoro attuato nel 2010, e di renderlo nuovamente disponibile agli utenti. Una grande opportunità per l’ente che ha potuto riqualificare un percorso quasi perduto impiegando i fondi a disposizione solo per il lavoro dei professionisti, senza la necessità di dover disperdere denaro nell’acquisto di nuovi strumenti e nella pubblicazione dei risultati.

La nostra convenzione ha reso possibile non solo un risparmio economico per l’ente, ma la riattivazione di un progetto che necessita ancora di studio ed approfondimento, e soprattutto, il vantaggio di indirizzare le proprie risorse in una futura integrazione delle descrizioni e un’analisi più accurata del materiale; una importante spinta per chi basa la propria attività di promozione sui pochi fondi a disposizione.

Non dobbiamo dimenticarci che il primo passo verso la valorizzazione del patrimonio documentario sia sostanzialmente la sua utilizzabilità, la creazione di vie di accesso indispensabili per l’esistenza stessa dei documenti e della loro conservazione.
A tale scopo gli strumenti esistono.

Fintanto che non si riesce a far diventare “normali” e non straordinari e distanti beni e archivi la valorizzazione non c’è, perché la comprensione dei beni e la loro fruizione è subordinata alla loro piena e diffusa conoscenza.

Federico Valacchi

Ma che fine ha fatto la riforma delle Scuole di APD?

In questi giorni, giovani archivisti e archiviste si mettono alla prova sui banchi delle Scuole di Archivistica e di Diplomatica per ottenere l’agognato Diploma e lasciare il loro posto ai nuovi allievi e alle nuove allieve.
Vogliamo cogliere l’occasione per riproporre la questione della formazione. In un contesto lavorativo che oscilla tra precarietà e disoccupazione, in un mondo professionale che richiede sempre più competenze (dalla paleografia ai linguaggi di mark-up), in un mercato in cui i giovani e le giovani laureate non riescono a trovare una loro collocazione e il volontariato ha sostituito il lavoro salariato, ci chiediamo: qual è il destino delle nuove generazioni di archivisti e archiviste? E di conseguenza, qual è il destino degli archivi?
Inevitabilmente il cambiamento deve partire dalle basi, dalla formazione.

Nel lontano 2012 il MIBACT aveva pubblicato uno schema di regolamento per le nuove Scuole di Archivistica e Diplomatica, Archim nel 2015 aveva proposto alcuni emendamenti.
Che fine ha fatto la riforma delle Scuole di APD? Il tentativo di sopprimerle è forse il motivo per cui questo regolamento non viene approvato? Quanto ancora andremo avanti formando le nuove leve privandole di competenze che il mercato richiede? Continua a leggere “Ma che fine ha fatto la riforma delle Scuole di APD?”

Appello per un equo compenso

Arch.I.M. aderisce all’appello per un equo compenso, proposto dai liberi professionisti in seguito all’indecente bando pubblicato dal Comune di Catanzaro che prevede la possibilità di conferire incarichi professionali a titolo gratuito e la sentenza del Consiglio di Stato seguita all’impugnazione del bando.

Noi archiviste e archivisti lo ribadiamo: siamo contro l’incalzante tendenza a celare dietro la bella pratica del volontariato ciò che è sfruttamento del lavoro. Chiamiamo le cose con il loro nome e combattiamo per difendere la professione, le professioniste e i professionisti.

Il contesto lavorativo in cui operiamo quotidianamente ci vuole divisi e in concorrenza, noi rispondiamo con unità e solidarietà: firma anche tu! Continua a leggere “Appello per un equo compenso”